Il circolo di Oxford e i banchieri
Lord Nathan Mayer Rotschild (1840-1915) direttore della flilale londinese della banca paterna di Francoforte, fu l’uomo-chiave del circolo di Oxford perchè ne elaborò la strategia d’azione in modo decisivo. Egli intuì che l’impresa che il gruppo si proponeva di compiere – un “rilancio” dell’impero britannico in un un’ottica globalista- – non avrebbe avuto esito perchè riteneva che la parabola storica del Regno Unito fosse ormai discendente.
Sulla base delle notizie cui egli aveva accesso (i Rotschild avevano banche corrispondenti negli Stati Uniti) egli guardava piuttosto alla nascente potenza americana.
I Rotschild
Meyer Amschel Rotschild (1744-1812), Il fondatore della dinastia, è stato definito “re dei banchieri e banchiere dei re”, ma i suoi interessi non si limitavano al denaro.
I suoi biografi si limitano, prudentemente, alle notizie convenzionali della sua vita, che tuttavia già bastano, sapendole leggere, ad intravedere imprese non solo finanziarie. Tra le fonti, per correttezza di indagine prenderemo in esame un autore insospettabile di “complottismo” perché moralmente solidale con queste figure di banchieri: lo storico ebreo Amos Elon.
Nel suo “Founder” del 1996, Elon narra la vita di Meyer Amschel, manifestando grande ammirazione per il suo correligionario.
Da Elon apprendiamo che il poeta tedesco Heinrich Heine (1797- 1856) era in rapporti di amicizia con la famiglia Rotschild. Il giudizio del poeta che qui riportiamo, ha rilevanza non solo per il profilo intellettuale del personaggio, che fu tra i maggiori esponenti della letteratura europea del suo tempo, ma anche per il fatto che Heine era massone, come è noto anche alla storia piana, (1) dunque buon giudice di attività “parallele”. Al tempodei suoi incontri con James Rotschild, direttore della filiale parigina della banca -madre di Francoforte, Heine di lui scriveva:
“Questo Nerone della finanza si è fatto costruire un palazzo dorato in rue Lafitte da dove controlla le borse di tutto il mondo, alla stregua di un sovrano assoluto. Egli è, al pari del suo predecessore, un violento distruttoredei privilegi aristocratici e (…) uno dei più grandi rivoluzionari che pose i fondamenti della moderna democrazia”. (2)
Il “predecessore” era il padre di James, Meyer Amschel Rotschild, fondatore a Francoforte della dinastia di banchieri. Apprendiamo quindi che padre e figlio erano “grandi rivoluzionari”, impegnati, par di capire, a trasferire le leve del potere dall’aristocrazia cristiana alle elite finanziarie e massoniche. Un impegno che è stato premiato: è questo, precisamente, il quadro della società nella quale oggi viviamo.
Per motivi intuibili, Amos Elon si affretta nel suo libro a definire “esagerato” il giudizio di Heine, ma poi non resiste alla tentazione di precisare che il patriarca della famiglia aveva educato i figli secondo i canoni più rigorosi della pedagogia illuminista, alla scuola di Voltaire, Rousseau, Lessing, Herder e Moses Mendelson. Tutti massoni notori.
Amos Elon ha voluto forse lanciare un messaggio?
Così pare, perchè insiste sull’argomento quando scrive che il contabile di fiducia di Rotschild, “era un framassone” (3) Annotazione non casuale, ad una lettura retrospettiva, perchè apprendiamo da Elon che fu proprio il contabile ad accompagnare a Londra, capitale della massoneria, uno dei cinque figli di Rotschild, Nathan Mayer, (1777-1836). Questi sarebbe poi diventato il direttore della filiale londinese della banca Rotschild, fondando il ramo più potente della famiglia.
Nathan Mayer, scrive Elon, fu “…adottato e spalleggiato senza indugio da un clan facoltoso e autorevole” annota sempre Elon.
Era il clan ebraico di Londra. Nathan Mayer Rotschild sposò nel 1806 Hannah Barent-Cohen, figlia di Levy Barent Cohen, tra i più ricchi mercanti di Inghilterra.
Il banchiere mise poi a segno il colpo decisivo, che incardino la famiglia nel sistema inglese ( e nell’amministrazione della Banca d’Inghilterra) quando – in quel frangente le casse della Corona britannica erano vuote -finanziò in lingotti d’oro l’ultima campagna di Welligton e dei suoi alleati contro Napoleone, fino a Waterloo.
Un radicamento nel sistema di potere britannico che fu portato a compimento dal nipote di Nathan Mayer, che portava il suo stesso nome, e che fu a sua volta direttore della Banca Rotschild a Londra. Nathan Mayer Rotschild II fu il primo ebreo nella storia inglese ad essere insignito del titolo di “Lord” anche in assenza di una pubblica conversione alla fede cristiana. E’ lo stesso banchiere Rotschild che abbiamo incontrato nel circolo di Oxford, membro del “Circle of Iniziates”, la cerchia interna del gruppo e, al pari di tutti i membri del circolo di Oxford, framassone: figura negli elenchi ufficiali della loggia londinese “Edmund Burke”. (4)
Apprendiamo da fonte ebraica: ( Jewish Encyclopedia) (5)
“La pratica avviata da Rothschild di avere più fratelli in un’impresa e di istituire filiali in diversi centri finanziari è stata seguita da altri finanzieri ebrei, come i Bischoffsheims, Pereire, Seligmans, Lazards ed altri. Questi finanzieri, con la loro integrità e capacità finanziaria, ottenevano credito non solo con i loro confratelli ebrei ma con la fraternità bancaria in generale. In tal modo i finanzieri ebrei ottennero una quota crescente della finanza internazionale durante il secondo ed ultimo quarto del diciannovesimo secolo. La guida del gruppo è stata la famiglia Rotschild.
Banche e logge massoniche, nella storia moderna, hanno sempre proceduto di pari passo. Icona di questa sinergia è la simbologia rappresentata nel retro della banconota da un dollaro USA, una vera icona del lato nascosto della storia, presente e passata.
L’argomento è conosciuto, ma ritornarvi sopra non nuocerà, perchè la banconota da un dollaro ci parla non solo del mondo in cui viviamo, ma del mondo verso il quale siamo avviati. (Vedi “Approfondimenti”- Documento n. 1)
Le banche d’affari scendono in campo
Il potere dei Rotschild non era quantificabile solo in denaro.
Lungo il corso del XIX secolo, questa famiglia bancaria aveva finanziato indifferentemente la casa regnante inglese anglicana e le case regnanti cattoliche degli Asburgo austriaci ( dove un Rotschild fu insignito del titolo di Barone, diventando de Rotschild) e dei Borbone di Napoli, città che ospitava una filiale della banca Rotschild. I banchieri avevano trattato direttamente con i vertici dell’Europa del tempo: Metternich, Disraeli, Bismark.
Lo storico Nial Ferguson ha osservato che il ruolo della banca Rotschild, al tempo, per il potere di stabilizzazione finanziaria dei governi è rapportabile a quello dell’odierno Fondo Monetario Internazionale
Così, quando Lord Rotschild stabilì di operare strategicamente negli Stati Uniti, fu affiancato da èlite finananziarie e supportato da èlite politiche.
Quigley nel suo “Tragedy and Hope” elenca le maggiori banche della “cordata”: Warburg, Khun & Loeb, Morgan, Rockefeller, Baruch,Astor,Baring, Lazard, Elanger, Schroeder, Selingman, Mirabaud, Mallet, Fould.” (6)
Con tali forze in campo, scrive Quigley, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, pressochè l’intera economia americana era passata sotto il controllo delle banche internazionali. Questi istituti di credito, gestiti su basi familiari, vere dinastie del denaro chiamate in America “banking families”, si radicarono negli USA in primo luogo inglobando banche minori legate al commercio, quindi investendo in compagnie di assicurazioni, di trasporti e nell’industria pesante.
La posta in gioco di questo enorme movimento di imprese e capitali non era però solo il “business” ma anche la produzione di idee, ad uso e consumo dell’opinione pubblica, attraverso la fondazione di università e l’acquisto di testate giornalistiche.
Le idee erano quelle del Circolo di Oxford.
I banchieri fecero infine “cartello” attraverso imprese comuni e matrimoni tra i membri delle famiglie, diventando, infine, uno Stato nello Stato.
Scrive Quigley:
“La struttura creata tra il 1880 e il 1930 da questi magnati delle Big Banking e del Big Business era straordinariamente complessa. Ogni feudo economico poggiava su un altro, entrambi a loro volta collegati con società semi-indipendenti, il tutto a sostegno dei due vertici del potere economico e finanziario: uno, posto nel cuore di New York, agli ordini di J.P.Morgan & Co.; l’altro, nell’Ohio, capeggiato dalla famiglia Rockfeller” (7)
“L’influenza di questi business-leader era così grande che Morgan e Rockefeller uniti, o anche Morgan da solo, avrebbero potuto mettere a terra il sistema economico nazionale” (8)
“Questo gruppo, totalmente dominato negli Stati Uniti nel periodo tra il 1880 e il 1930 da J.P.Morgan & Co.,era cosmopolita,anglofilo, internazionalista”(9)
“Su questa base (…) si affermò nel ventesimo secolo una struttura di potere che passando da Londra a New York penetrò profondamente nella vita delle università, della stampa e nell’attività di politica estera. (10)
Tutto questo, sullo sfondo di una onnipresente massoneria.
Così uno storico ufficiale della massoneria, dipingeva l’America degli anni venti: “L’aspetto di una grande città americana non è pensabile senza i maestosi templi massonici, che molto spesso appartenevano ai più importanti fabbricati della City. Alti erano i grattacieli che rivaleggiavano con quelli che servivano a scopi puramente profani. Questi edifici, – talvolta arredati con splendore e prodigalità – spesso erano chiamati ‘tempio dei milioni’ “. (11)
Note
1) Per l’iniziazione massonica di Herder vedi Lessing–Herder,“Dialoghi per massoni”, Milano, Bompiani, 2014, pag. 458, nota 109.
2) Cfr. Amos Elon, “ Il grande Rotschild ”, Mondadori, Milano 1996, pag.182.
3) Ibid., pag.181.
4) Cfr.Gioele Magaldi , Massoni – Società a responsabilità illimitata” Edizioni “chiare lettere”, Milano 2014, op.cit., pag. 384.
5) https://it.wikipedia.org/wiki/Rothschil
6) Cfr. Cleon Skousen, “ Il capitalista nudo”, Editore Armando, Roma 1978, pag. 21.
7) Cfr. Cleon Skousen, op.cit. pag. 28.
8) Ibid., pag. 28.