Da quando sono iniziati gli sbarchi di clandestini in Italia, Grecia e Spagna, corredati da migrazioni via terra, lungo i Balcani, mediaticamente meno vistose ma quantitativamente ancora più cospicue, nessuno ci ha mai spiegato, precisamente, le cause delle migrazioni. La pubblica informazione si è sempre limitata a registrare gli effetti senza analizzare le cause, cosicché, per decenni, l’opinione pubblica si è dovuta accontentare di un sottinteso, di un’apparente ovvietà: si conviene che il motore dell’immigrazione sia da una parte il sotto-sviluppo dei paesi di provenienza, dall’altra il richiamo della ricchezza europea.
“ Non cedere alla retorica superficiale (…) realismo significa non cedere a spiegazioni semplificatorie dei fenomeni migratori”
Mons. Giampaolo Crepaldi. Arcivescovo di Trieste (1)
Ma il desiderio di una vita migliore non spiega, neppure alla lontana, le modalità dell’invasamento migratorio che ha attraversato le popolazioni dell’islam mediterraneo. Un migrante economico tiene a presentarsi come soggetto potenzialmente produttivo nella società che lo accoglie, non vi arriva come fosse un rottame sbattuto sulla spiaggia dalle onde, con la promessa di rappresentare, da quel momento in poi, soltanto un “problema”.
Cosa spingeva i migranti a prendere il mare come fossero fuggiaschi, cosa incombeva e cosa incombe su si loro? Miseria, fame, conflitti civili ?
Non raccontavano questo, i turisti che tornavano dagli alberghi e dai villaggi turistici sparsi nei paesi dell’emigrazione araba: Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Giordania, Siria, Libia.
La vita scorreva in quei paesi nell’assoluta normalità.
Non raccontavano di guerre civili, i turisti occidentali, né di epidemie, né di popolazioni affamate, né di ragazzini che frugavano nell’immondizia per cavarne qualcosa da mangiare o da rivendere, tragica liturgia quotidiana nelle baraccopoli, nel Sud del mondo, popolate da disperati veri.
Non vi era notizia di emergenze umanitarie in quei paesi, nessuno ha lanciato allarmi: né l’ONU, né il Pontificio Missioni Estere, né la Croce Rossa, né la Caritas internazionale, né le Ong. Così il fenomeno migratorio, a partire dagli anni novanta, ha proceduto nella più assoluta vaghezza: le cause sfuggivano e nessuno le cercava.
Da una parte i governi dei paesi arabi non chiarivano le cause dell’emigrazione, ( per dir meglio: nei consessi internazionali, neppure sfioravano l’argomento) dall’altra, i governi europei non le investigavano, come se un sistema di potere vegliasse sul buon andamento di questo esodo biblico, ponendo la massima cura sul fatto che nulla disturbasse, nell’immaginario collettivo, l’idea della “disperazione” dei migranti.
I conti non tornano.
Le verità nascoste
Giuseppe Pisanu, allora ministro italiano dell’Interno italiano – siamo nel 2004 -,denunciava l’operato di “centinaia di criminali” (2) che dal Marocco fino all’Eritrea offrivano imbarchi verso l’Italia.Tutto questo, sotto gli occhi dei paesi arabi, dell’ONU, dell’Interpol e dell’Unione Europea, che hanno sempre garantito impunità assoluta ai trafficanti di uomini. (e continuano a farlo)
Oggi, a vent’anni dal rapporto di Pisanu, il racket delle migrazioni conta su 40.000 addetti ,un esercito di delinquenti chespinge in vario modo gli autoctoni alla migrazione, sullo sfondo di profitti enormi.
Un’indagine del 2016 di Europol e Interpol congiunti, (3) ha certificato che ogni migrante paga ai cartelli criminali dai 3.000 ai 6.000 euro, per un budget annuale medio di 6 miliardi di euro.
E tuttavia non vi è notizia di operazioni interforze, come richiederebbe l’ampiezza geografica degli scenari, né di condanne di scafisti, ed anzi neppure di procedimenti a loro carico. Avete mai avuto notizie di “grandi processi” ai trafficanti di uomini come avviene con la mafia?
Sono forse specie protetta, come l’asino selvatico africano? Chi li protegge ?
I trafficanti sono protetti dallo stesso sistema di potere che ha pianificato e finanziato le migrazioni verso l’Europa.
Un viaggio verso l’Italia è sempre costato ai clandestini migliaia di dollari. Che razza di “disperato” è, colui che paga cash somme del genere?
Secondo il pensiero ufficiale, i migranti disponevano di quelle cifre dopo aver venduto tutto ciò che possedevano , formula ripetuta infinite volte, tante, che alla fine l’opinione pubblica vi ha creduto ( è la formula di Orwell: una menzogna ripetuta all’infinito si trasforma in verità).
Dunque i migranti, ridotti dalla povertà e dalla disperazione ad affrontare il mare su carrette malferme, possedevano beni vendibili per migliaia di dollari.Quali beni?
In area arabo-africana, masse di migranti disoccupati e nullatenenti, avrebbero messo in vendita per migliaia di dollari non si sa quali beni, a masse di acquirenti sempre pronti ad acquistarli?
Dovremmo altresì credere che i migranti, dopo aver venduto non si sa cosa, considerassero una buona idea, trasferire i guadagni delle vendite nelle tasche di scafisti la cui criminalità era nota in tutto il bacino del Mediterraneo.
Eppure con quel denaro avrebbero potuto imbarcarsi su una nave di linea diretta in Italia, Spagna e Grecia, entrando legalmente nelle nazioni dove per anni sono sbarcati come clandestini, senza correre il rischio di naufragare, subire violenze e prevaricazioni. Da quei paesi, grazie al trattato di Schengen in vigore dal 1990 in l’Italia, dal 1991 in Spagna e dal 1992 in Grecia, avrebbero poi potuto muoversi liberamente nella UE ( non si dica che i viaggi costano: non avevano migliaia di dollari, i “disperati”?) utilizzando i tempi del visto turistico per una prima ricognizione. Infine, scelto il paese di destinazione, avrebbero potuto, mentendo, chiedere assistenza come profughi, asilo come perseguitati politici, assistenza come poveri assoluti. Perchè allora i migranti sceglievano la strada del mare?
Perchè, evidentemente, questa era la “consegna”.
Se fossero arrivati come immigrati veri, avrebbero dovuto sottostare alle leggi che, in ogni paese, regolano il numero degli accoglimenti, ma i risultati sarebbero stati insignificanti, sotto il profilo quantitativo, per i poteri che, attraverso l’immigrazione, contavano ( e ancora contano) di trasformare l’Europa in un calderone multietnico. Par ci capire infine che il viaggio verso l’Europa, per la gran parte dei migranti, fosse gratuito.
L’islamologo Onorato Bucci:
“Non c’è dubbio che ogni immigrato clandestino paghi una quota per venire nel nostro Paese. Il problema resta di sapere da dove provengano questi soldi e chi dà a costoro, o direttamente ai padroni delle barcacce, somme ingenti di denaro. Poiché a venire in Italia sono interi nuclei familiari composti fino a 7 o 8 persone, si ha l’assurdo di volere far credere che ogni capo famiglia paga dai cinquanta ai sessanta milioni per venire in Italia. Scherziamo? C’è qualcuno che paga ingenti somme di denaro direttamente ai padroni delle carrette del mare per far viaggiare migliaia di personeprovenienti dall’area mediorientale e dai Paesi del Corno d’Africa. L’immigrazione musulmana è il mezzo per islamizzare l’Italia”. (4)
I migranti musulmani sono sempre stati spinti a imbarcarsi, con la garanzia che l’Arabia Saudita, guida spirituale dell’islam, benediceva l’impresa, che l’Europa avrebbe aperto le porte e che l’America avrebbe lasciato fare.
A questo si è aggiunta, negli ultimi anni, la garanzia delle Ong, le cui navi, come è noto, danno appuntamento ai barconi per traghettare i clandestini verso l’Italia.
“L’emigrazione non deve essere forzata, costretta o addirittura pianificata”
Mons.Giampaolo Crepaldi (5)
Qualcuno ha “investito” sull’immigrazione, con l’obiettivo di sovvertire la società europea, ancora troppo cristiana per i gusti dei potentati liberal che governano la globalizzazione.
I viaggi della speranza: la speranza di islamizzare l’Europa
Mons.Cosmo Francesco Ruppi, Arcivescovo di Lecce:
“Fenomeno inarrestabile, l’immigrazione ha molti registi, palesi ed occulti, su cui poco si sa e ancor meno si indaga (…) Ancora non si è indagato abbastanza su dove vanno a finire gli ingenti profitti del trasporto di uomini, donne e bambini (…) Ma sorge il sospetto che vi siano regie più occulte di ben diversa grandezza che, se non direttamente, guidano e dirigono questo enorme movimento di popoli,la cui gran parte proviene da paesi a maggioranza islamica”. (6)
Mons. Ernesto Vecchi, allora vescovo ausiliare di Bologna , a seguito delle preghiere islamiche davanti alla Basilica di San Petronio, che seguivano quelle avvenute davanti al Duomo di Milano, ha dichiarato:
“ Non è una preghiera e basta, abbiamo avuto la conferma che c’è un progetto pilotato da lontano. Cosa prevede? L’islamizzazione dell’Europa. Se ne accorse il cardinale Silvio Oddi tra i primi. E aveva buone fonti “(7)
Note
1)Dal convegno del 15 febbraio 2016 organizzato dall “Osservatorio Cardinale Van Thuan”, con sede a Trieste, che studia e tratta temi attinenti la Dottrina sociale della Chiesa. L’autore della citazione, mons.Crepaldi, è arcivescovo della Diocesi di Trieste e Presidente dell’Osservatorio stesso.
Vedi: http://www.marcotosatti.com/2017/02/16/rapporto-van-thuan-sulle-migrazioni-per-capire-oltre-la-demagogia-la-retorica-e-linteresse-allaccoglienza/
2) “La Stampa” , 22 luglio 2004
3) https://www.agi.it/cronaca/migranti_business_scafisti_valore-
4) Il Tempo”, lunedì 13 luglio 1998, pag. 9.
5) vedi nota 7
6) “il Giornale”, 4 dicembre 2001.
7) La Padania”, 7 gennaio 2009, pag. 3.