I pensatoi dell’orgoglio gay
Il “Rapporto Kinsey”
Nell’ambito della cosidetta “rivoluzione sessuale” che prese forma negli Stati Uniti tra gli anni 50 e 60, della quale l’odierno movimentismo LGBT è una diramazione, la Fondazione Rockefeller non sembra aver rivestito un ruolo di particolare rilievo, diversamente dal protagonismo assoluto che l’ha caratterizzata negli scenari dell’aborto di massa. E’ soltanto apparenza, le cose non stanno così.
Più semplicemente, in questo caso il gruppo Rockefeller ha operato senza enfatizzare e ufficializzare il suo operato.
L’omosessualismo (l’omosessualità elevata a ideologia) prende avvio, in America, con due libri che segnarono un’epoca: “Sexual Behavior in the Human Male” (“ Il comportamento sessuale del maschio umano”) pubblicato nel 1948 e “Sexual Behavior in the Human Female” (”Il comportamento sessuale della femmina umana”) seguito nel 1953. Opere meglio conosciute come ‘Il rapporto Kinsey’, dal nome dell’autore: Alfred Charles Kinsey.
La carriera di Kinsey inizia nel 1920 nell’Università dello stato dell’Indiana come Assistant Professor di zoologia, dove si afferma come entomologo per le sue ricerche su una specie particolare di insetti. La vocazione per una sessuologia “alternativa”, maturò in Kinsey allorchè l’associazione studentesca femminile dell’università dell’Indiana lo invitò come coordinatore di un corso sul matrimonio. Due anni dopo fu invitato dalla direzione universitaria a scegliere: dedicarsi a questi corsi o tornare ai suoi insetti. Kinsey scelse i corsi sulla sessualità e qualcuno puntò su di lui.
Nessun biografo ha mai raccontato i contatti intercorsi tra Kinsey e la Fondazione Rockefeller, ma è storia che la prima edizione di “Sexual Behavior in the Human Male”, nel 1948, sia stata finanziata con “…fondi forniti dalla Sezione medica della Fondazione Rockefeller”,annota l’editore Saunders Company.(1)In realtà il finanziamento era l’esito di una collaborazione ancora precedente: l’intesa tra Kinsey e la Fondazione va retrodatata.
“ I due “Rapporti” furono l’esito di una ricerca finanziata sin dal 1940 dalla Rockefeller Foundation” (2)
L’inizio della nuova carriera di Kinsey ebbe quindi luogo all’ombra dei banchieri Rockefeller, supportata non solo da finanziamenti ma anche da consulenza tecnica: la prefazione a “Sexual Behavior in the Human Male” porta la firma di Alan Gregg, direttore della sezione medica della Fondazione. I libri di Kinsey dettero così avvio, nell’ America del tempo., ad una ben pagata sovversione dei costumi sessuali. Kinsey analizzò la sessualità nella sola ottica del piacere fisico, dissociandola dall’affettività, dall’etica e dalla generazione della vita. Kinsey rifiutò, ed educò a rifiutare, il concetto di normalità sessuale.
Scrive: “Non esistono ragioni scientifiche per considerare determinati tipi di attività sessuali, intrinsecamente normali o anormali”(3)Di conseguenza, le persone sessualmente normali o sessualmente deviate, andavano per lui diversamente definite“conformisti o non conformisti alle cosiddette usanze sociali”. (4)
Non è una musica familiare? E’ la colonna sonora dell’attuale omosessualità politicamente corretta, della quale storicamene Kinsey è il patrono. Egli scrive: «L’omosessualità è stata una parte importante dell’attività sessuale dell’uomo sin dagli albori della storia, soprattutto perché è l’espressione di elementi che sono fondamentali nell’animale uomo ». (5)
A supporto delle sue tesi, Kinsey fornì statistiche surreali, a fronte delle quali la pratica delle deviazioni sessuali risultava diffusissima nella popolazione americana, in ogni stagione della vita. A percentuali improbabili, Kinsey affiancò l’affascinante teoria che l’omosessualità fosse intermittente. Scrive (6) : “Il 10% dei maschi sono più o meno esclusivamente omosessuali per almeno 3 anni, tra i 16 e i 55 anni.”
Non mancò, nel “Rapporto”, la certificazione di una percentuale non esigua della popolazione maschile USA che, secondo Kinsey, praticava rapporti sessuali con animali. Scrive il nostro: “Nell’insieme della popolazione, circa l’8% dei maschi ha qualche contatto sessuale con gli animali.” (7)
Una collezione di scemenze per una calcolata manipolazione mentale di massa: Kinsey aveva eretto la disinformazione a metodo,strategia prediletta dai progressisti di ogni tempo. Un metodo del quale non sfugge la logica: di fronte al quadro di perversioni tanto diffuse, il lettore non le avrebbe più considerate un’eccezione ma una regola, segno dei tempi, familiarizzandosi con esse e quindi pronto ad accettare una nuova etica collettiva. E’ lo stesso metodo applicato con il Gay Pride, rinnovato senza sosta ai quattro angoli dell’Occidente fino a renderlo cosa ordinaria, un innocuo e variopinto spettacolo.
Gli studiosi americani del tempo, però, negarono la veridicità dei dati forniti da Kinsey. L’autorevole psicologo A. Maslow, contestò a Kinsey il fatto che tutti – si dice tutti – gli intervistati fossero volontari che avevano risposto a bandi di iscrizione, con il pericolo, tanto prevedibile da apparire calcolato, di interpellare individui sessualmente deviati, ideologicamente schierati o esibizionisti verbali.
Maslow parlò di “volunteer error” – errore volontario – da parte di Kinsey, visto che gli intervistati rappresentavano un campione statisticamente distorto: il 25% degli uomini intervistati erano detenuti per crimini sessuali, e non mancò neppure l’intervista a studenti di un istituto famoso per il tasso di omosessualità, frequentato anche da prostituti dichiarati. L’American Statistical Association condannò infine le procedure seguite da Kinsey, per voce di John Tukey, uno dei massimi esperti americani di statistica, che denunciò la “sovrarappresentazione” di alcune categorie.
Kinsey ignorò gli addebiti, proseguì il suo lavoro e fondò presso l’università dell’Indiana l’Institute for Sex Research , oggi ancora attivo con il trionfale nome di “Kinsey Institute, for research in Sex, Gender, and Reproduction.”
Il “Rapporto Kinsey”fece il giro del mondo. Annota una ricercatrice italiana:
“ Un successo mediatico che sarebbe stato impossibile senza il supporto pubblicitario ed economico di una tra le più potenti lobby di potere del mondo occidentale, la Fondazione Rockefeller” (8)
Un biografo di Kinsey: (9)
“Perché la Fondazione Rockefeller volle finanziare queste ricerche, la pubblicazione dei Rapporti ed aiutare Kinsey a fondare l’Indiana Institute for Sex Research, non ci è dato sapere. Sappiamo però dai suoi collaboratori che Kinsey aveva un progetto, un «grande progetto»: fornire le basi scientifiche per una nuova moralità sessuale ed educare il mondo in base a questi nuovi principi”.
“Come nacque questo «grande progetto»? Perché desiderava ardentemente giustificare e diffondere l’omosessualità, la pedofilia, la bestialità? Non lo sappiamo.”
“Kinsey morì il 25 agosto del 1956, probabilmente per un attacco cardiaco, anche se le circostanze della sua morte non sono mai state rese note. Questo fu Alfred Charles Kinsey, icona del movimento gay e di quello pedofilo, pioniere della rivoluzione sessuale”.
Note
1) Dalla prefazione di “Il comportamento sessuale dell’uomo”, Bompiani, Milano 1950, I edizione italiana di “Sexual Behavior in the Human Male”di Alfred Kinsey.
2) www.libertaepersona.org/kinsey/kinsey-era-un-maniaco
3) A.Kinsey, op.cit., VI edizione, Milano 1963, pag.118.
4) Ibid., pag. 119.
5) A.Kinsey, op.cit., I edizione, Milano 1950, pag. 653.
6) A.Kinsey, op.cit., VI edizione, Milano 1963, pag. 529.
7) Cfr. A.Kinsey, op.cit.“ I edizione, Milano 1950, pag. 548.
8) Angela Perrucchetti – Gianluca Marletta, “Unisex”, Arianna Editrice, Bologna 2015, pag 38.
9) libertaepersona.org/wordpress/2013/02/kinsey-era-un-maniaco-il-guru-della-cultura-gay