La sinistra borghese
Ad onta delle apparenze, il sistema borghese e i suoi contestatori, appartenevano alla stessa razza. Quando il “beat” John Clellon Holmes, nel 1952, diede alle stampe “Go”, il primo testo della contro-cultura americana, (due mesi prima del più famoso “On the road” di Kerouak), il “New York Times Magazine” ospitò un suo lungo editoriale titolato “This is the beat generation” (Questa è la generazione beat), lanciando il movimento nell’immaginario collettivo.
Una occasione da non perdere, per il giornale liberal, che condivideva con i “Beat” l’odio per la cultura conservatrice e cristiana.
Tra i rappresentanti del mondo adulto e borghese che sposarono “la causa dei giovani”, spiccavano le figure del neuroscienziato John Lilly(1915-2001) e dello psicologo Timothy Leary (1920-1996), entrambi promotori dell’uso di droghe, in special modo di allucinogeni.
Leary, nel corso di un raduno, nel 1967, di 30.000 hippy al Golden Gate Park di San Francisco, lanciò lo slogan “Turn on, tune in, drop out” (accenditi, sintonizzati, abbandonati), anticipazione del lessico – e del cretinismo – di certe fasce dell’odierna popolazione giovanile. In veste di docente ad Harvard (fu un guru della nascente contestazione giovanile) così Leary arringava i suoi studenti: “Espandi la tua coscienza e trova in essa estasi e rivelazione”.
Una scuola di idiozia e di morte, che ha segnato il destino di un’intera generazione.
Non fu però un “tragico errore” degli opinion leader progressisti – americani prima, europei poi – , l’aver sottovalutato il potenziale distruttivo della droga, e più in generale della “diversità”elevata a valore.
Non fu un errore, perchè coloro che lavoravano alla creazione di un nuovo ordine, miravano a distruggere quello “vecchio”.
Dalla “Beat generation” alla Nuova Sinistra
Il movimento progressista iniziato con la Beat generation, che dall’America tracimò in Europa e nel mondo intero, fu dunque generato dalla sinistra borghese, non popolare. In America non era mancato un partito socialista, che avrebbe potuto e dovuto funzionare da “anti-sistema” molto prima della Beat generation. Era però un partito operaio, che concedeva poco spazio sia alle inquietudini borghesi sia al bolscevismo: dopo la rivoluzione di Lenin nel 1917, i socialisti americani si fecero interpreti dei sentimenti della popolazione e nella stragrande maggioranza scelsero la strada riformista. Un’esigua minoranza si staccò e nel 1919 fondò il partito comunista americano che raccolse consensi, si noti, soprattutto nell’Overworlddei miliardari, degli intellettuali, e degli artisti (Hollywood, in particolare).
Questo non avvenne per caso o per moda. I “piani alti” della società USA erano – e sono- totalmente infeudati alla massoneria, e il marxismo sovietico mostrava un potenziale anticristiano senza precedenti, che l’ala radicale della massoneria USA volle mettere a frutto. I piani alti crearono così una nuova sinistra che non nutriva una gran passione per i consigli di fabbrica, quanto per droga, aborto e omosessualità: una sinistra borghese appassionata di “diritti ”. Negli anni sessanta scese così in campo la “New Left”, la Nuova Sinistra USA, che ispirò le prime rivolte studentesche nella storia del dopoguerra.
La “New Left” fu fondata da Henry Kissinger, uomo di fiducia di David Rockefeller.
Lo apprendiamo da Daniel Estulin, un ricercatore russo-canadese che ha utilizzato dossier di intelligence, traendone materiale fino allora irraggiungibile dagli analisti.
Scrive Estulin:
Durante gli anni Sessanta, il gruppo Kissinger, insieme a Chomsky, fondò negli Stati uniti la “Nuova Sinistra”, un movimento popolare dedito a creare rivolte e disordini. Lo scopo era creare il caos e far proliferare gli “ideali” della corrente di sinistra del socialismo nichilista” (1)
Una “sinistra” davvero pittoresca.
Henry Kissinger sarebbe di lì a poco diventato Consigliere per la sicurezza nazionale e Segretario di Stato durante le amministrazioni Nixon e Ford, membro permanente della Trilateral Commission e del Bildergerg Group, (2) santuari del capitalismo globalista internazionale. La vernice neo-marxista fu fornita alla Nuova Sinistra da Avram Noam Chomsky, filosofo, linguista e teorico della comunicazione, noto per il suo filo-comunismo estremo. La funzionalità del nuovo movimento, nell’ottica massonica del Deep State, non era difficile da comprendere.
La New Left promuoveva una cultura della trasgressione e un filo-comunismo che promettevano di cancellare l’etica collettiva cristiana e le tradizioni conservatrici del popolo americano. Di fatto, alla scuola della New Left, nelle università USA prese forma quella che sarebbe stata definita la “Contestazione”, esportata poi in Europa. Nel 1964 – quattro anni prima del maggio francese- nasceva nell’università californiana di Berkeley il movimento , “ Free Speech Movement” (Movimento per la Libertà di Parola) che organizzò le prime proteste studentesche – fatto senza precedenti, all’epoca – per protestare contro il divieto di svolgere attività politica in università. Questo primo movimento studentesco della storia occidentale si richiamava apertamente alla controcultura hippie (la cittadina era chiamata, al tempo, la “repubblica popolare di Berkeley” per le sue idee di sinistra).
Allora un sistema di potere mediatico e culturale, in tutto l’Occidente, scese in campo come moltiplicatore di forza del movimento studentesco, sullo sfondo di una serie interminabile di “liberazioni”, a partire da quella sessuale: era cominciato il ballo del 68, e l’abortismno iniziò la sua marcia verso la liberalizzazione.
Non mancò chi, a sinistra, si accorse che l’orchestra che dirigeva il ballo era però nascosta, e che la “lotta del popolo contro il Sistema”, in realtà, ricordava molto la lotta del Sistema contro il popolo.
Scriveva Pierpaolo Pasolini:
“Penso che la principale caratteristica di questi giovani contestatori è di essere “sottosviluppati” sul piano culturale. Di qui a fare della propria ignoranza una specie di ideologia, il passo è breve. La mitizzazione del “pragma” (organizzativo) che ne deriva, è poi l’atteggiamento richiesto dal neocapitalismo. Un buon tecnico deve ignorare il passato, deve amare soltanto il “fare”. Distruggendo la propria cultura, la massa informe dei contestatori distrugge la cultura della società borghese: ed è quello che la società borghese oggi vuole”(3)
La prima vittima di questa distruzione fu la cultura della famiglia e della maternità, pietre angolari della società cristiana, ed è quello che il Deep State voleva.
Note
1) Cfr. Daniel Estulin “ Il club Bilderberg – La storia segreta dei padroni del mondo” – edizione italiana, seconda ed. aggiornata, Arianna Editrice 2012, pagg. 98-99.
2) Il ricchissimo corredo fotografico del libro di Estulin mostrano un Kissinger onnipresente agli incontri Bilderberg, in qualitò di coordinatore e maestro di cerimonie.
3) Vedi Agenda 2008 dell’associazione culturale “Lorien”, Monza. La citazione è tratta dal “Commentario di settembre” (Ac lorien.it)