Al guinzaglio dei Rockefeller
Le Nazioni Unite sono da sempre in totale sinergia con il Population Council fondato da John Rockefeller III nel 1952. Tutte le Agenzie ONU che si occupano di “sviluppo” e di “popolazione”, hanno promosso e promuovono l’aborto nel mondo.
Questo non avviene per caso: il Deep State infeudò le Nazioni Unite all’atto stesso della loro costituzione. Abbiamo annotato ( vedi “Dossier Deep State”, Scheda n. 7 – nota 10) che, nel dicembre 1946, John Rockefeller II donò un terreno tra la 42ª e la 48ª strada, a New York. al comitato incaricato di effettuare la ricerca dell’area sulla quale edificare la sede dell’ONU. La storia delle Nazioni Unite quindi, deduzione facile,è la storia della loro “riconoscenza” ai banchieri Rockefeller: non per un caso l’ONU è una collezione di Agenzie abortiste, compresi l’Unicef e l’Unesco.
L’Unicef (United Nations Children’s Fund), con sede a New York, è stato fondato, dicono le sue carte fondamentali, per la “salvaguardia dell’infanzia”. Nel 1996 La Santa Sede tagliò il contributo simbolico che annualmente versava all’Unicef, per abortismo militante.
“Il Corriere della Sera”:
«Lo ha annunciato a New York l’osservatore pontificio all’Onu, monsignor Renato Martino, che ha accusato l’Unicef di seguire una politica contraccettiva e abortista e di avere collaborato a un manuale Onu destinato a promuovere fra le donne rifugiate “contraccettivi post coitali con carattere abortivo”». (1)
L’Unesco (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization), si preoccupa di salvare monumenti, siti storici e naturali, ma non vite umane.
Nel 2002 l’ufficio dell’Unesco di Bangkok (Thailandia) ha pubblicato due documenti: “Unwanted Pregnancy and Unsafe Abortion“, e “Review of International Standards for Rights of the Child and Adolescent Rights”.
Entrambi hanno meritato la censura di Tommy Thompson,(2) allora ministro della sanità americana sotto l’amministrazione Bush. jr. Thompson scrisse al direttore generale dell’Unesco, denunciando passaggi del primo documento: “i governi rendano l’aborto legale, sicuro e accessibile” .
Nel secondo documento, annota Thompson; “… il rapporto si mostra favorevole all’aborto, promuovendolo tra gli adolescenti senza il minimo coinvolgimento dei genitori e delle famiglie”.
In realtà, in materia di aborto, l’ONU ha avvallato ben altro.
Il P.I.M.E. (Pontificio Istituto Missioni Estere) nella sua rivista, anni fa, rese noto un documento del Consiglio di Sicurezza USA, declassificato, svincolato cioè dal segreto di Stato. (3) Il protocollo, che riguardava tredici paesi del Terzo Mondo, è catalogato come “NSSM-200” (National Security Study Memorandum 200”) con il titolo “Implicazioni della crescita della popolazione mondiale per la sicurezza nazionale e gli interessi esterni degli USA”. La strategia che il documento proponeva per tutelare gli interessi USA in quei paesi poveri, ma ricchi di materie prime, era lo spopolamento attraverso la propaganda abortista.
Si legge nel “NSSM-200”:
“ La localizzazione di riserve conosciute di minerali della più alta qualità, favorisce una crescente dipendenza di tutte le regioni industrializzate (…) E’ probabile che società straniere siano espropriate o sottoposte a interventi arbitrari arbitrari attraverso l’azione dei governi, conflitti di lavoro, sabotaggi o disordini civili. Così il flusso di materie necessarie sarà compromesso. Nonostante la pressione demografica non costituisca, ovviamente, l’unico fattore influente, quel tipo di frustrazioni sono meno probabili in condizioni di crescita ridotta”.
In altre parole: è più agevole controllare una nazione con una bassa natalità, dunque priva di futuro e di forza, che una nazione prolifica, nella quale i genitori aspirino a consegnare ai figli un futuro di benessere e che, per questo, sarebbero poco disposti a lasciarsi rapinare dalla multinazionale di turno.
Il protocollo del Consiglio di Sicurezza USA raccomandava dunque la pianificazione di campagne propagandistiche per promuovere contraccezione ed aborto, evitando però, si noti, espressioni come: “controllo delle nascite” da sostituirsi con: ”pianificazione familiare”, ponendo l’accento sull’intervallo tra i figli, la salute della madre e del figlio e il benessere della famiglia e della comunità”.
Lo stesso lessico della propaganda abortista mondiale.
Nel 1974, anno in cui fu redatto il protocollo “NSSM 200”, presiedeva il Consiglio di Sicurezza USA, Henry Kissinger, braccio destro di David Rockefeller.
L’idea della vita nel nuovo ordine del mondo
Le Nazioni Unite, santuario mondiale del progressismo, si riconoscono in un’idea soltanto “biologica” della vita.
Padre Michel Schooyans:
“ Oggi, secondo l’ONU, l’uomo (…) è il risultato di un’evoluzione: è fatto per la morte. Non è più una persona, ma un individuo più o meno utile, e alla ricerca del piacere. Quindi gli uomini non sono più capaci di riconoscere la verità e di uniformare ad essa la propria condotta: negoziano, decidono in base ad un’aritmetica di interessi e piaceri da soddisfare.“ (4)
L’abortismo si nutre di quest’ordine di idee. L’operazione aborto ha avuto esito, perché la società occidentale era già stata “rieducata” dalla Contestazione degli anni 60, ad un materialismo assoluto, primo fondamento dell’edonismo che oggi soffoca la nostra società. Senza il 68 comunista – patrocinato dal Deep State, per chi non lo avesse ancora capito- non vi sarebbe stato il post-68 borghese, il “mondo al contrario” nel quale oggi viviamo. Il 68 non poteva che finire così.
Esiliato Dio, all’homo democraticus non resta che una dimensione materiale dell’esistenza – produttiva e consumistica – che vede nella qualità della vita, nel piacere, l’unica posta in gioco dell’avventura umana.
Con questi presupposti, il governo degli uomini, in prospetttiva, potrà essere soltanto “tecnico”.
“ Quanti mostrano insofferenza o scetticismo di fronte agli allarmi che spesso lanciamo sul futuro che potrebbe attendere la nostra società, farebbero bene a leggere un’opera uscita tre anni fa a Parigi con l’invitante titolo: “De la vie avant tout chose”. ( La vita innanzitutto) L’autoreè un certo Pierre Simon, ostetrico-ginecologo ed ex Gran Maestro della Grande Loggia di Francia. (…)
Il punto di partenza del Simon è una concezione della vita umana come “materiale da gestire”, la cui gestione spetta al corpo sociale mediato dal medico, il quale dovrà perciò uscire dal suo campo di azione propriamente sanitario per assumere un ruolo politico sociale di primo piano, come gestore della “tecnocrazia medica”. Il Simon preconizza quindi una statalizzazione, sotto controllo medico, della procreazione, della sessualità e della morte. (5)
L’idea abortista cancella, nel fatto e nel principio, l’amore materno, la vita del bambino e l’umana pietà. Ora, se tali cose non hanno più valore, cosa avrà più valore sulla faccia della terra? Questa è la funzionalità sociale dell’abortismo, nell’ottica dei poteri che l’hanno pianificato nel mondo: la cancellazione dei “fondamentali” della vita così come ci è stata insegnata: l’abortismo ha fatto tabula rasa di duemila anni di civiltà cristiana. A questa scuola, la coscienza collettiva è diventata una pagina bianca sulla quale il potere scrive ciò che vuole.
L’abortismo non è quindi solo strumento di morte ma di dominio, perchè chi controlla l’idea della vita, controlla tutto. Avverte Padre Schooyans:
“ Dominare la vita è la chiave che permetterà il dominio sugli uomini. (6)
La cultura della morte
Nel luglio 2016, la rivista scientifica inglese Lancet ha pubblicato i risultati di un’indagine sulla pratica dell’aborto volontario relativa al periodo 2010-2014, condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’istituto di ricerche demografiche Guttmacher Institute di New York. (7)
E’ risultato che, ogni anno nel mondo, sono praticati 56 milioni di aborti.
Il trend è in crescita continua.
Note
1) “Corriere della Sera”, 6 novembre 1996
2) “ Il Foglio”, 26 gennaio 2004. Articolo di Marco Respinti.
3) Rivista mensile “Mondo e missione”, dicembre 1991, n.23. Articolo di Costanzo Donegana “Guerra ai neonati” ( pagg. 717-719).
4) Michel Schooyans, “Il complotto dell’ONU contro la vita”,Edizioni EFFEDIEFFE, 2013, pag. 68.
5) “Sì alla vita”, ottobre 1982, pag. 3.
6) Michel Schooyans, op.cit., pag. 33.
7) Cfr. AA.VV., Abortion incidence between 1990 and 2014: global, regional, and subregional levels and trends, in The Lancet, Vol. 388, n. 10041, pp. 258–267, 16 Luglio 2016.