Le più profonde motivazioni che hanno mosso le èlites globaliste a pianificare l’aborto nel mondo, sono, da sempre, inespresse.
Le “ragioni” dell’antinatalismo sono sempre grossolane, prive di verità, affidate a slogan propagandistici e manipolatori. L’unica eccezione è rappresentata dalle comunicazioni delle organizzazioni francesi.
Questo accade perchè abortismo e massoneria, in Francia, sono tutt’uno, (1) e in quel paese la massoneria esercita un potere totalizzante. Ne deriva un senso di impunità, negli abortisti francesi, che li ha portati, talvolta, a concedersi il lusso di un’assoluta franchezza. Ne abbiamo preso atto nella disinvolta ammissione – vedi scheda precedente – che il motore del sistema abortista non sia la difesa “diritti della donna”, ma la volontà di distruggere la civiltà cristiana.
Ne prendiamo atto una volta di più scorrendo il testo del “Dossier” pubblicato nel 1978 dalla principale organizzazione abortista francese, l’ M.F.P.F. (vedi nota 1)
Vi si legge:
“ Noi combattiamo per la contraccezione e per l’interruzione volontaria della gravidanza, non per malthusianesimo né per migliorare lo stato sanitario della popolazione. Noi facciamo la scommessa di credere che una donna o un uomo che può modificare il suo comportamento su questo aspetto essenziale della sua vita, potrà in altro campo (…) contestare dei comportamenti e delle situazioni tradizionali”. (2)
Un giro di parole, certo, ma del tutto comprensibile: chi, alla scuola dall’abortismo, è disposto a uccidere il proprio figlio ( “modificare il suo comportamento di questo aspetto essenziale della sua vita”), rifiuterà di conseguenza l’etica collettiva cristiana ( “ contestare comportamenti e situazioni tradizionali”).
Le verità nascoste
In realtà il sistema abortista custodisce verità ancora più forti, non dette e che mai saranno dette, ma di cui è possibile prendere atto in teatri “secondari”, in ambienti progressisti che non si occupano espressamente di promozione dell’aborto ma che sono radicalmente favorevoli all’antinatalismo.
E’ il caso delle organizzazioni ambientaliste che, nel fatto come nel principio, sono alleate dell’abortismo mondiale.
Valga per tutti l’esempio di una delle navi-scuola, in Europa, dell’ambientalismo e dello “sviluppo sostenibile”: il “Club di Roma”, fondato nel 1968 da Aurelio Peccei e dallo scienziato britannico Alexander King. Il Club di Roma riunì tecnici, economisti e studiosi, accomunati dall’idea che la vita dell’umanità dovesse essere riformata in senso restrittivo per tutelare il sistema-terra e scongiurare l’esaurimento delle materie prime. Il mezzo, una “decrescita” generale, un rallentamento, se non un azzeramento, della crescita economica e industriale.
Con il grande sottinteso, questo è il punto, che uno dei principali mali del pianeta fosse la sovrappopolazione.
Non parleremo però di sottintesi, nel caso del fondatore del Club di Roma, ma di aperte e agghiaccianti esternazioni, degne di uno squilibrato mentale. Aurelio Peccei (1908-1984) era massone lo apprendiamo da più fonti) (3), famiglio degli ambienti che abbiamo esplorato nei nostri Dossier.
Peccei fu organizzatore della filiale Fiat in Argentina e uomo di fiducia di Gianni Agnelli, dunque orbitante nel mondo dorato e infame delle élites, posto che Agnelli, finanziatore del Club di Roma, era membro permanente del Bilderberg Group, alto dirigente europeo della Trilateral Commission e consigliere personale di David Rockefeller, come quest’ultimo volle precisare nell’autobiografia.
Peccei era anche amico e collaboratore di Marco Pannella.
Era quindi chiaro, con queste premesse e queste amicizie, che Aurelio Peccei fosse un antinatalista “ ad honorem”, ma è difficile immaginare fino a che punto.
Scrive nel suo “100 pagine per l’avvenire”: (4)
“Che cos’è l’Homo Sapiens? il capolavoro della natura o un refuso sfuggito al controllo della selezione immediata? … Ci siamo chiesti se tutto sommato, rispetto al maestoso fluire dell’evoluzione, l’homo sapiens non rappresenti un fenomeno deviante. Se non sia un tentativo ambizioso andato male, un errore di fabbricazione che gli aggiustamenti che assicurano il rinnovarsi della vita si incaricheranno a tempo debito di eliminare o rettificare in qualche modo …”
In quest’ottica, la generazione della vita, quindi la perpetuazione della specie umana, è vista come “cancro”. Peccei:
“Un comportamento aberrante della nostra specie la rende gravemente colpevole davanti al tribunale della vita. Si tratta di una proliferazione esponenziale che non si può definire che cancerosa…”
Con insuperabile chiarezza, infine, così Peccei si è espresso in un’intervista al quotidiano “Repubblica”: (5)
“ Gli uomini continuano a vivere sul pianeta come vermi sulla carogna (…) E questi vecchi che ci sono in più? Dobbiamo rivalutare la morte” Il gran maestro dell’abortismo italiano, Marco Pannella, divideva principi e progetti con questo individuo, (6) tanto che, insieme ai Radicali, negli anni ’60 propose Peccei come candidato alla presidenza del Consiglio. (7)
Ne ricalcava anche il lessico. Così Pannella si esprimeva in una lettera inviata a Beppe Grillo:
“La “bomba demografica” deflagra da più di un secolo e sul suo cammino distrugge tutto: natura, umanità, pianeta, appesta il mondo e i suoi dintorni. (8)
Chiediamoci: poteva bastare un generico “laicismo” per animare questo odio sbavante per la vita umana? O vi era dell’altro?
Sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, scriveva il gesuita Ignazio Barreiro, membro dell’organizzazione antiabortista americana Human Life International:
“ Quando il rifiuto ai piani di Dio diventa realtà sociale, dobbiamo parlare, come tante volte ha fatto il Santo Padre, di cultura della morte. Questa coscienza sociale non avviene per caso, è prodotta da centri di potere (…) maestri oscuri (…) che cercano di imporre una nuova dominazione”. (9)
La cultura della morte ha una sua filosofia, una precisa filosofia ben nota alla storia del pensiero umano: lo gnosticismo. Non è dato trattare esaurientemente la materia in questa sede, tuttavia alcune annotazioni si impongono, e le svilupperemo nella scheda che segue, perchè il pensiero gnostico sta alla base dell’ideologia abortista.
Trattarne, sia pur in estrema sintesi, non sarà quindi un esercizio filosofico, perchè da una parte porterà a capire la logica profonda di certe operazioni sociali, come l’aborto di massa, dall’altra porterà a capire quanto siano oscuri i maestri.
Note
1) Il M.F.P.F. “Mouvement Français pour le Planning Familial”, creato nel 1956, sezione francese della IPPF dei Rockefeller, è un’organizzazione formalmente massonica. Tra i fondatori, il Dott.Pierre Simon, medico-ginecologo, per due volte Gran Maestro del Grande Oriente di Francia.
2) Autori vari “ Aborto- Il genocidio del XX secolo”, Effedieffe Edizioni, Milano 2000, pagg. 57-58.
3) Vedi http://www.instoria.it/home/limiti_sviluppo_club_roma.htm
https://ilbolive.unipd.it/it/news/club-roma-50-anni-dopo-stessi-dilemmi
4) Cfr. Aurelio Peccei, “100 pagine per l’avvenire”, Mondadori 1981
5) “Repubblica”, 31.12.1980
6) Si veda una foto di gruppo del 1978 che ritrae Pannella e Peccei, uno accanto all’altro, cofirmatari di una petizione presentata alla Corte di Cassazione. .Al loro fianco, Loris Fortuna, che presentò nel 1973 il primo disegno di legge per la liberalizzazione dell’aborto. La famiglia al completo.
https://astrolabio.amicidellaterra.it/node/1038
7) Testo integrale della lettera https://beppegrillo.it/primarie-dei-cittadini-energia-marco-pannella/
8) Id.
9) Cfr. Autori vari “ Aborto– Il genocidio del XX secolo”, EFFEDIEFFE, Milano 2000, pag. 20.