Le banche centrali
Nel 1913 banchieri della cordata Rotschild crearono negli U.S.A. una Banca Centrale completamente sottratta al controllo del Congresso: la Federal Reserve System.
(Vedi “Approfondimenti”- Documento n. 2)
Un atto liberticida, pensato per essere tale: chi controlla la circolazione monetaria di uno Stato, controlla quello Stato.
Scrive Quigley: (1)
“Negli anni 20 il Sistema era determinato a utilizzare il potere finanziario della Gran Bretagna e degli Stati Uniti per costringere i principali paesi a lasciarsi alle spalle il sistema delle riserve auree e di operare attraverso banche centrali che sarebbero state al di fuori di ogni controllo politico,cosicché tutte le questioni finanziarie internazionali potessero essere risolte dalle banche centrali senza controllo o interferenze da parte dei governi”.
Scrive papa Pio XI nell’enciclica sociale “Quadragesimo anno”, il 15 maggio 1931:
“Un potere illimitato ed una dominazione economica dispotica si trovano concentrate in pochissime mani. Questo potere diviene particolarmente sfrenato quando è esercitato da coloro che controllando il denaro, amministrano il credito e ne decidono la concessione. Essi somministrano – per così dire – il sangue all’intero organismo economico o ne arrestano la circolazione quando a loro convenga; tengono in pugno l’anima della produzione, cosicché nessuno osi respirare contro la loro volontà”
Contestualmente alla fondazione di una banca centrale in America, strumento di controllo economico, il Deep State creò nel paese prescelto per essere la nazione-guida del mondo globalizzato, uno strumento di controllo anche politico.
L’intervento dell’America nella guerra aveva gettato ponti verso l’Europa e ampliato il suo potere internazionale. I vecchi schemi di azione apparvero quindi inadeguati agli occhi degli eredi del circolo di Oxford, che stabilirono di entrare in una nuova fase.
Carrol Quigley: (2)
“Alla fine della prima guerra mondiale apparve chiaro che l’organizzazione di questo sistema doveva essere enormemente ampliata. Il compito fu affidato a Lionel Curtis che, in Inghilterra e nei vari dominions, iniziò a riunire in un movimento unitario i vari gruppi già esistenti della Round Table.”
Il 19 maggio 1919, scrive Quigley, nell’ambito della Conferenza per la Pace di Parigi, si riunirono nelle sale delle Hotel Majestic emissari delle Round Table inglesi, al seguito di Lord Alfred Milner, e delle Round Table americane al seguito del banchiere Morgan. Coordinava i lavori il colonnello Edward Mandell House, uomo di fiducia del presidente americano Wilson.
In quella sede furono gettate le basi per la creazione di due istituti, nel Regno Unito e negli Stati Uniti, che avrebbero da allora operato in forma semi-ufficiale, nelle relazioni internazionali dei due paesi. Dopo la Conferenza di Parigi, il primo istituto, con il nome di Royal Institute of International Affairs (RIIA), fu fondato in Inghilterra da Lionel Curtis, ex ufficiale, membro delle Round Table inglesi e affiliato alla loggia massonica “Edmund Burke” di Londra. (3)
Il secondo istituto, il Council on Foreign Relations (CFR) fu fondato a New York da Edward Mandell House.
Tutto questo, precisazione ormai inutile, aveva luogo all’ombra della squadra e del compasso.
Scrive il Gran Maestro Gioele Magaldi: (4)
“La loggia “Leviathan”(…) nel luglio del 1920 istituiva il paramassonico “British Institute of International Affairs”, nel 1926 divenuto Royal Institute of International Affairs”. (…)
Il 29 luglio 1921 veniva costituito l’omologo statunitense, il paramassonico Council on Foreign Relations”.
Da allora, la “Leviathan” ha sempre avuto un rapporto privilegiato di selezione,indirizzo, controllo e gestione delle risorse di Riia e Cfr.”
Daniel Estulin:
“Nel 1921, Mandell House e i suoi sostenitori avevano istituito il Council on Foreign Relations. Fin dal principio, il loro interesse era quello di creare un governo unico mondiale”.
Il grande sottinteso era che la creazione di un “nuovo ordine mondiale” richiedesse la distruzione del “vecchio” ordine cristiano. In questa logica, il “Deep State” stabilì di supportare il comunismo nascente, sia attraverso enormi finanziamenti, sia attraverso l’aiuto personale ai rivoluzionari russi in giro per il mondo. Questo per il solo fatto che il comunismo, in quanto ad anticristianesimo, prometteva meraviglie.
(Vedi “Approfondimenti”- Documento n. 3).
Ai contemporanei non sfuggì ciò che stava accadendo. Il 26 marzo 1922 il sindaco di New York John F. Hylan, dichiarò in un pubblico discorso: (6)
“La vera minaccia per la nostra repubblica è il governo invisibile, che, come un gigantesco polipo, estende i suoi fangosi tentacoli sulla nostra città, sul nostro Stato e sull’intera nazione. Alla sua guida si trova un gruppetto di banchieri, che si possono genericamente definire “banchieri internazionali”. Questa piccola cricca di potenti banchieri internazionali controlla virtualmente il nostro governo, usandolo per i propri egoistici scopi”.
Uno dei padri del sindacalismo americano, Samuel Gompers, trattò l’argomento in un editoriale pubblicato sul New York Times del 7 maggio 1922. Alcuni passaggi : (7)
“… finanza internazionale dalla brama insaziabile…”(…) “… alcuni banchieri americani intenti a ipotecare il mondo” (…) “gruppo di banchieri tedesco-anglo-americani che amano farsi chiamare banchieri internazionali”.
Il “governo invisibile”citato dal sindaco di New York era il CFR.
Daniel Estulin: (8)
“Entro il primo anno, la Fondazione Rockefeller e la Carnegie, stanziarono finanziamenti per il CFR, che poté così espandersi”.
Note
1) Cleon Skousen, “ Il capitalista nudo”, Editore Armando, Roma 1978, op.cit., p.37.
2) Ibid., p.51
3) Cfr. Gioele Magaldi, “ Massoni – Società a responsabilità illimitata” Edizioni “chiare lettere”, Milano 2014, op.cit., pag. 384 (nell’elenco, undicesima riga dall’alto).
4) Id.
5) Daniel Estulin, “ Il club Bilderberg – La storia segreta dei padroni del mondo” – ed.italiana, seconda ed. aggiornata, Arianna Editrice 2012, op.cit. pag. 117.
6) Ibid., pag.119.
7) Henry Coston, “L’alta finanza e le rivoluzioni”, Edizioni di Ar, Padova 1971, pag. 50.
8) Daniel Estulin, op.cit. pag. 118.