I flussi migratori non sono stati pianificati nelle baracche dei traficanti. ma in uffici con aria condizionata.
Non vi sono prove documentali né testimoniali di questa cospirazione, né è dato pretenderle. Non in filmati, registrazioni o dichiarazioni di pentiti, va cercata la chiave di questa macro-ingegneria sociale perchè basta, per capire, quel processo della razionalità umana che è la deduzione logica. Si comprende infatti, al di là di ogni possibile dubbio, che il sistema liberal americano, nemico dell’Europa, e l’Arabia wahabita, nemica dell’Europa, siano parti in causa nell’immigrazione di massa che dalla Scandinavia a Gibilterra ha portato in Europa – conto per difetto- circa venti milioni di musulmani.
La deduzione logica ci dice questo, visto che da trent’anni, lo abbiamo già annotato, agiscono all’unisono due sistemi. Alla partenza, le organizzazioni di trafficanti, sempre indisturbate; all’arrivo i comitati di accoglienza politica e mediatica dei migranti, gestiti dai “progressisti”.
Le ragioni per le quali il sistema politico post-comunista non ha mai cessato di salutare questo evento come alba di una nuova storia, non è davvero difficile da comprendere: l’odio per la società conservatrice e cristiana. Scrivono gli autori di “L’invasione silenziosa”: (1)
“Sinistra neo-comunista e sinistra neo-socialista convergono nel progetto ‘postmoderno’ di sottomettere l’Europa, rimasta ancora troppo cristiana, ad una mutazione etnico-sociale, una rivoluzione culturale che dissolva l’Europa, privandola della propria identità e sovranità. Mezzo per realizzarla è una colonizzazione dal basso, ossia l’inserimento e lo sviluppo progressivo di micro-comunità immigrate che, radicandosi nelle città, attuino una graduale conquista territoriale dell’Europa ”
Sinistra neo-comunista e sinistra neo-socialista alleati naturali del “Deep State”, uniti tra loro per combattere il nemico storico: il Cristianesimo europeo.
Che il fenomeno migratorio sia stato pianificato, lo prova la sincronia e l’ampiezza del fenomeno. Nell’area del Mediterraneo e dell’Asia meridionale prima, nell’Africa sub-sahariana poi,i paesi islamici sono stati attraversati da un invasamento migratorio negli stessi tempi e con gli stessi modi.
Lo prova la perenne impunità di cui godono le organizzazioni dei trafficanti e degli scafisti, che sembrano essere fantasmi, per la giustizia internazionale.
Posto che i clandestini non sono mai stati “disperati”, e che, dunque, la spinta a migrare è sempre stata altra, assumiamo che solo l’Arabia Saudita aveva il potere di muovere le masse musulmane. Ha potuto tanto in forza del suo potere religioso, derivante dal ruolo di nazione sacra ( l’Arabia è sede della Mecca, luogo di nascita di Maometto e della religione islamica), quanto del suo potere politico, derivante dalla sua ricchezza e dalla presidenza della Lega musulmana mondiale, organizzazione fondata su iniziativa del principe saudita Faysal che riunì a la Mecca, nel 1962, i rappresentanti di 22 paesi islamici.
I modi e i tempi di questo “appello” ai musulmani non li conosciamo né li conosceremo mai, certo è che la società araba può contare, per sua natura, da canali di comunicazione paralleli a quelli mediatici. In quest’ottica vale ricordare che, nei paesi mediorientali, sono ovunque presenti e influenti i Fratelli musulmani, organizzazione fondamentalista, ieri finanziata dall’Arabia Saudita, oggi dal Quatar. (Vedi “Approfondimenti”- Documento n. 1).
Da parte sua, il Deep State USA, attraverso i potentati sovranazionali che governano l’Europa (Bilderberg Group e Trilateral Commission) aveva il potere di impedire qualunque reazione difensiva dell’Europa, di fronte all’invasione, e così ha fatto. Questo è avvenuto attraverso il culto dell’accoglienza, slogan con cui il sistema mediatico ha martellato la coscienza collettiva per decenni, corredato dall’accusa di razzismo per chiunque uscisse dal coro. Infine, che il fenomeno migratorio sia stato pianificato lo prova il gigantesco apparato organizzativo e logistico che ruota intorno ai “viaggi della speranza”, che le forze di sicurezza internazionali non hanno mai neppure sfiorato.
Due giornalisti investigativi italiani hanno pubblicato nel 2014 un dossier sui flussi migratori (2) nel quale sono riportate le dichiarazioni dirette di trafficanti e scafisti, dal Nord Africa ai Balcani.
Alcuni passaggi del dossier particolarmente illuminanti.
Pagina114: “La fase di reclutamento è fatta anche di annunci sui quotidiani locali, alla radio, online, che pubblicizzano i contatti delle agenzie di viaggio” (gli autori chiamano “agenzie di viaggio” le organizzazioni dei trafficanti di uomini n.d.A. )
Pagina 111: “E’ lo stesso agente che fa volantinaggio, che fa pubblicità con le superpromozioni per l’Europa, che allestisce la vetrina con le irrinunciabili offerte per passare il confine, che confeziona il depliant con tutte le rotte e le possibilità per cambiar vita”.
Pagina 113: “Il reclutamento comincia con la vendita dei ‘pacchetti’ nei paesi da dove si vuole fuggire. E’ lì che il migrante accarezza e poi abbraccia l’idea di cambiare vita e di arrivare in Europa”.
“Esistono poi agenzie di viaggio legali e semilegali che organizzano il trasporto del migrante. (…) Capita che queste agenzie turistiche mescolino viaggiatori regolari con i clandestini …Ci sono esempi, anche se rari, di agenzie che hanno organizzato appositi voli charter”.
Pagina 112: “Vuoi viaggiare comodo in aereo, da solo o con i tuoi cari? L’agenzia fornirà un’identità falsa e un documento contraffatto … quando arrivi, se necessario, ti possiamo far trovare anche un’automobile per scomparire il prima possibile. Vuoi un biglietto aereo di prima classe? Nessun problema. Facci solo sapere in quale paese vuoi entrare perché i prezzi variano. Il conto potrebbe essere salato ma il lusso la comodità e la sicurezza di arrivare a destinazione si pagano”.
Pagina 111: “Non hai denaro, ma vuoi o devi partire lo stesso? C’è l’offerta base: il minino indispensabile a prezzi popolari (..) Starai un po’ scomodo, userai tanto le gambe e forse rischierai. Ma bisogna accontentarsi” (…)
Pagina 112: “Puoi permetterti qualcosa di più e vuoi raggiungere l’Europa? Il ‘tour di gruppo’, allora, è l’ideale. Non è un servizio lussuoso ma è comodo, funzionale e permette di coprire lunghe distanze. Pensa a tutto l’agenzia: gli spostamenti e le soste; al vitto e all’alloggio; ai trasporti”.
Pagina 91: “Lungo le rotte dell’immigrazione, collocati in punti nevralgici e strategici, esistono tanti “area manager” che coordinano le fasi del traffico. (…) Questi area manager regolano direttamente le attività necessarie con fornitori locali di servizi che risiedono nei paesi di transito. Garantiscono prestazioni come un passaggio in auto, una sosta di un mese in un appartamento in attesa di un passaporto falso, la corruzione di un agente di frontiera. (…)”
“Ciascun area manager che controlla il passaggio da uno o più paesi può decidere di affidare in outsourcing la concreta attività ad un coordinatore del posto o direttamente ai fornitori di servizi locali. E’ un sistema di subappalto.” (…) “… è un modo molto comune di operare, servirsi di individui incensurati (…) attivi nel settore dei trasporti (…) oppure con occupazioni che riguardano l’import-export e controlli doganali o, ancora, consulenze finanziarie e legali, come revisori, ex impiegati di dogane, banche e uffici di cambio.”
Pagina 19: “Gli organizzatori sono sempre nascosti”.
Pagina 24: “Alexandr non sa per chi ha lavorato. Non conosce il grande capo, il trafficante che da lontano ha seguito le sue mosse. Sa solo che i suoi referenti erano turchi potenti, organizzatissimi e ramificati”.
Pagina 115: “La maggior parte degli immigranti che abbiamo incontrato negli ultimi anni racconta (che)…anche nei più piccoli e sperduti villaggi sulle montagne tra Afghanistan e Pakistan quando una persona vuole partire sa perfettamente a chi rivolgersi.”
Pagina 11: “Quella degli afghani è una migrazione di massa”.
Una migrazione di massa! Eppure gli afghani non sono avvezzi alla fuga. Da quando hanno questa abitudine? Da quando qualcuno ha dato loro motivi per farlo: dare forza all’ islam europeo può essere un buon motivo.
Pagg. 38-39: (La rete afghana): “…una grande organizzazione criminale, una gigantesca rete etnica, che parte dall’Afghanistan e arriva nei paesi del Nord Europa, con un esercito di persone gravitanti nella sua orbita. Le cellule sono tutte dislocate lungo la rotta del traffico dei clandestini afghani. Ogni cellula gestisce una fase e poi consegna il clandestino alla cellula successiva. Solo in Italia i capi sono sei e ai loro ordini hanno una quarantina di uomini con varie funzioni esecutive: gregari con compiti di supporto alle attività. Le cellule negli altri paesi hanno uno schema simile”.
Gli autori riferiscono infine i “consigli” dei trafficanti di uomini ai loro clienti.
Pagina 140: “Con il nullaosta e il documento d’identità entri in Italia direttamente dall’aeroporto di Fiumicino. Ma, appena esci, devi correre al centro di accoglienza, devi distruggere il tuo passaporto, strapparlo, bruciarlo, mangiarlo. Questo diciamo a quelli che aiutiamo. Devi stracciarti le vesti, bucarti le suole delle scarpe, sporcarti di terra mani e viso, mostrarti affamato e disperato e, parlando afgano (pashru, per la precisione) dire che sei arrivato via mare dalla Grecia, rinchiuso nel fondo di un camion nel garage di un traghetto. Quelle cose che si leggono sui giornali, insomma avete capito.Probabilmente ti faranno fare visite mediche. Forse capiranno la verità, ma non potranno dimostrare nulla. Ti dovranno credere e ti concederanno l’asilo. E da quel momento potrai muoverti indisturbato in tutta Europa”.
Note
1) Cfr.Alberto Carosa, Guido Vignelli, “L’invasione silenziosa” , il Minotauro, Roma 2002, pag.103.
2) Andrea Di Nicola, Giampaolo Musumeci, “Confessioni di un trafficante di uomini” Ed. chiare lettere, 2014.