Consapevoli che un potere interno al sistema occidentale li stava favorendo, gli islamici immigrati si sono talvolta concesso il lusso di parlar chiaro, certi che nessuno avrebbe reagito. L’imam El Ghaesh, della comunità islamica immigrata di Latina, ha dichiarato “ Chi emigra, sappia che la sua emigrazione è fatta per Allah e il suo profeta”(1) Lo stesso imam davanti alle telecamere di Canale 5, nel 2008: “ Islamizzeremo l’Italia, è la volontà di Dio. L’ha detto Maometto e tutto questo succederà: è un bene per l’Italia. L’islamizzazione di Roma avverrà piano piano” (2). Una provocazione isolata? Certo una provocazione, ma non isolata.
Mons. Giuseppe Bernardini, arcivescovo di Smirne (Turchia), 1999: (3)
“Durante un incontro ufficiale sul dialogo islamo – cristiano, un autorevole personaggio musulmano, rivolgendosi ai partecipanti, disse ad un certo punto con calma e sicurezza: ‘Grazie alle vostre leggi vi invaderemo,grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo’. C’è da crederci perché il dominio è già cominciato con i petrodollari, usati non per creare lavoro nei paesi poveri del Nord Africa o del Medio Oriente , ma per costruire moschee e centri culturali nei paesi cristiani dell’immigrazione islamica compresa Roma, centro della Cristianità. Come non vedere in tutto questo un chiaro programma di espansione e di conquista?
I kapò europei
L’Unione Europea, metastasi del Deep State, ha operato e opera incessantemente per incardinare l’islam nella nostra società. Chi non abbia mai approfondito la materia, non può avere l’idea delle scelte che la UE ha compiuto, in questa logica, negli ultimi trent’anni. ( Vedi in “Approfondimenti” – Documento n. 2. Ne consigliamo vivamente la lettura ) I comportamenti di Romano Prodi, primo leader della sinistra post-comunista, ne possono fornire un’idea. Prodi è da quarant’anni membro della “Trilateral Commission”:in occasione del primoconvegno della Trilateral in Italia (Roma, Hotel Hilton, 16-18 aprile 1983 ), la stampa nazionale certificò la sua appartenenza all’organizzazione. (4) Romano Prodi è stato altresì presidente della Commissione Europea dal 1999 al 2004.
In questa veste, le sue performance filo-migratorie iniziano nel 2003, in occasione dell’accoglimento nella UE di 10 paesi dell’ex Patto di Varsavia. Il mondo islamico non gradì questa apertura, perchè l’Est europeo, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, stava vistosamente tornando al Cristianesimo. Prodi non volle lasciare i suoi amici arabi nell’ansietà, e nel maggio 2003 si recò nei paesi del Maghreb per rassicurarli. Scrive la saggista di fama internazionale Giselle Littmann che scrive sotto lo pseudonimo di Bat ye’or:
“ Nel maggio 2003 Romano Prodi, presidente della Commissione Europea, si è recato nei paesi del Maghreb per rassicurarli con il suo progetto “Allargamento dell’Europa: politica di prossimità”. Prodi ha specificato che l’allargamento a Est aprirà anche questi paesi all’immigrazione araba” (5)
Alla fine del suo mandato europeo, nel corso di un pubblico intervento nel novembre del 2004,Prodi annunciò che si profilava nell’orizzonte della UE, una fusione tra Europa e mondo islamico. La stampa grande e piccola è stata bene alla larga dall’argomento, noi ne abbiamo avuto notizia da uno scrittore dissidente russo, Vladimir Bukovski, più volte arrestato dal regime sovietico. Scrive Bukovski:
“L’ex presidente della commissione europea Romano Prodi, nel suo discorso di congedo ha detto che i piani di espansione dell’Unione Europea comprendevano la Turchia, il Medio Oriente e i paesi del Maghreb” (6)
Poichè le norme UE stabiliscono un rapporto tra il numero degli abitanti e il numero dei rappresentanti a Bruxelles, e poiché le due aree contavano ciascuna circa mezzo miliardo di persone, ne sarebbe derivato un parlamento europeo, nei sogni di Prodi e della Trilateral dietro di lui, equamente diviso tra europei e arabo-musulmani.
I kapò americani
Nel corso della guerra nei Balcani, il quotidiano “Avvenire” pubblicò l’intervista titolata “E’ una guerra USA contro l’Europa”, (7) rilasciata dal politologo serbo Dragor Kalajic, membro dell’Istituto di Ricerche Geopolitiche di Belgrado.
I passaggi principali.
D. Non negherà che la Serbia abbia provocato una catastrofe umanitaria
R. Di catastrofi umanitarie è pieno il mondo senza che il nuovo ordine mondiale mobiliti la sua macchina da guerra. La verità è che dietro le belle frasi umanitarie c’è una volontà strategica.
Quella che James Baker, allora Segretario di Stato, dichiarò nel marzo 1992: “Il territorio serbo-montenegrino va riportato all’estensione che aveva prima delle guerre balcaniche”, ossia quando nei Balcani dominava l’Impero Ottomano. In seguito Bush e poi Clinton hanno ribadito: “La Serbia è il peggior nemico per la sicurezza e gli interessi economico-politici degli USA”.
D. In che modo la Serbia sarebbe pericolosa per gli USA?
R. Perché ostacola il loro progetto antieuropeo, quello di costituire una dorsale islamica, ossia una catena di stati musulmani che vadano dalla Turchia alla Bosnia. Il Kossovo è oggi l’anello mancante di questa catena.
D. Fantapolitica
R. Crede? Le leggo allora un articolo apparso sull’Herald Tribune il 4 gennaio 1996 ripreso dal Washington Post, a firma di due analisti americani: Hillbrunn e Lind. Titolo: “Il terzo impero americano con i Balcani come frontiera”.
D. Terzo impero americano?
R. Il primo impero USA, spiegano gli autori, è l’egemonia yankee sull’America Latina. Il secondo, l’espansione di influenza sull’Europa che gli USA si sono conquistati con la seconda guerra mondiale.
Il terzo – cito alla lettera – sarà costituito da “Un vasto movimento di popoli musulmani egemonizzati dagli Stati Uniti, dal Golfo Persico all’Adriatico”
D. C’è proprio scritto così?
R. Capito? Gli americani prospettano di creare una catena di staterelli islamici da loro egemonizzati in Europa, per mantenere il Continente in condizione di instabilità permanente. A controllare l’immensa operazione sarà la Turchia.
D. La Turchia?
R. Non è l’America che preme sull’Europa perché accolga la Turchia nella UE?
Le cose stavano così. Barak Obama aveva dichiarato in un’intervista al “Corriere della Sera “:
“…sarebbe saggio accettare la Turchia nell’Unione Europea (…) “…rispettando la specifica qualità, quella di una grande democrazia islamica”. (8)
Obama non credeva seriamente che la Turchia fosse una “grande democrazia”, meno ancora pensava che la sua accettazione nella UE sarebbe stata cosa “saggia”: sarebbe stato un suicidio.
Gli aiutanti dei Kapò
Nel progetto di islamizzazione del Continente, ma anche in altri teatri, si distingue per zelo l’oligarca miliardario George Soros, finanziatore ufficiale di Obama e fondatore della “Open society”, organizzazione impegnata a sovvertire governi sgraditi all’amministrazione USA.
Per destabilizzare la Federazione Russa, George Soros ha pianificato e finanziato le “rivoluzioni colorate”: in Georgia nel 2003, una prima volta in Ucraina nel 2004, in Kirghizistan nel 2005, ancora in Ucraina nel 2014 sotto l’amministrazione Obama. Nel corso di un’intervista all’emittente televisiva americana CNN, (9) Soros ha apertamente rivendicato la paternità dell’ultima azione eversiva, in Ucraina, che ha portato alla caduta del presidente filo-russo (e all’attuale guerra).
Le attività sovversive di Soros rispondono alla logica del NED (National Endowment for Democracy), Fondazione che il Congresso americano ha creato nel 1983 sotto l’amministrazione Reagan con il fine di finanziare nel mondo opposizioni e dissensi, utili a sovvertire governi nemici e a incardinare governi amici. Attività lecita, al tempo, perchè era in corso la Guerra Fredda e i governi nemici erano quelli comunisti. Oggi, per il Deep State, è nemico chiunque ponga ostacoli all’egemonia USA nel mondo. L’Europa è un ostacolo, così Soros è diventato il primo appaltatore dei “viaggi della speranza”: è notizia di cronaca che abbia finora finanziato l’immigrazione con 8,5 di milioni di dollari (10) ed è notizia di cronaca che intenda investirne 500. (11)
Note
1)“la Padania”, mercoledì 8 febbraio 2008, p.3.
2) Dichiarazione resa nel corso della trasmissione “Matrix”, puntata di lunedì 6 febbraio 2008. Vedi anche “la Padania” dell’ 8 febbraio, prima pagina.
3) La dichiarazione di Mons. Giuseppe Germano Bernardini è parte di un testo da lui depositato presso la Segreteria Vaticana in occasione del 2°Sinodo Continentale dei Vescovi. Il testo è stato integralmente diramato dalla sala stampa Vaticana il 13 ottobre 1999 e pubblicato da “Avvenire”, quotidiano dei Vescovi italiani, il 14 ottobre, p.19.
4) Vedi “Il Giorno”, 17 aprile 1983 (articolo di Giuseppe Vanessa, p.8) e “ Il Giornale”, lunedì 18 aprile 1983 ( articolo di Claudio Lanti).
5) Cfr. Bat ye’or, “Eurabia”, Editoriale Libero 2007 (allegato al quotidiano), p.185
6) Cfr. Vladimir Bukovskij, “EURSS – Unione Europea Delle Repubbliche Socialiste Sovietiche”, Ed. Spirali, Milano 2007, p.155. Bukovski nel 1976 si traferì a Cambridge, dove si è spento recentemente.
7) Avvenire, venerdì 26 marzo 1999, pag. 2.
8) Corriere della Sera” 8 luglio 2010, articolo di Paolo Valentino
9) Intervista del 25 maggio 2014 a Fareed Zakaria della CNN, New York, 25 maggio 2014. Dichiarazione di George Soros: “ Well, I set up a foundation in Ukraine before Ukraine became independent of Russia. And the foundation has been functioning ever since and played an important part in events now. ( Trad. “Ho creato una fondazione in Ucraina prima che il paese diventasse indipendente dalla Russia. Questa fondazione ha continuato a operare e ha avuto un ruolo importante negli eventi recenti “.
10) www.adnkronos.com Articolo di Marco Liconti, 15 ottobre 2019
11) Il giornale.it/news/mondo/soros/investir/500/milioni
Soros ha dichiarato dalle pagine del Wall Street Journal: “Ho deciso di destinare 500 milioni per investimenti che rispondano alle esigenze di migranti, rifugiati e comunità ospitanti” (…)“La principale preoccupazione è aiutare le persone che arrivano in Europa”.